Paris, le 28 mars
Cara L.
Siamo fatti anche della parte perduta; perché nulla è veramente perduto.
Le relazioni restano dentro di noi, ci rendono sempre nuovi, sempre cambiati.
Possiamo perdere ciò che abbiamo di più caro solo nella materia, ma la materia ci appesantisce, ci fa perdere levità.
Nello spirito invece nulla è perduto, ogni atto diventa un guadagno. Nessun rimpianto se il tempo trascorso è stato ben speso, se i silenzi hanno riempito il cuore anziché vuotarlo.
Se le parole hanno aiutato a crescere e se i gesti hanno detto più di mille parole.
E’ nell’assenza di chi abbiamo caro che leggiamo la cifra di quanto ci manca.
Quanto filtra in noi della persona amata diventa nostro per sempre e non è perduto. Mai!
Le relazioni vere ci trasformano e siamo trans-figurati anche a noi stessi. A volte in maniera così forte da somigliare con gesti e parole alla persona incontrata nel nostro cammino.
Come in ogni viaggio, anche nel viaggio della vita arriva il giorno del commiato. C’è una fine! Ma non è una fine, no! Non può essere una fine, cioè qualcosa di esausto, esaurito, essiccato, consunto, distrutto.
Può darsi commiato tra persone per svariati motivi.
Una partenza improvvisa a causa di un lavoro, un affare, lo studio, svariate necessità, delle scelte. La vita, sì, la vita! Ma a volte, purtroppo, non si può scegliere né tempo né luogo. A volte non si sceglie, ma la partenza avviene comunque. E allora è l’abisso, lo smarrimento, il dolore. Se ci educassimo a considerare la vita per quello che è, un viaggio di scoperta, in cui non vale quello che hai, ma ciò che costruisci in termini di relazioni; scopriremmo che il tesoro più importante è dato da come è stata spesa, investita e mai perduta, e chi perde in questo gioco non è mai chi scommette nei rapporti, chi osa un po’, ma chi per paura di farsi male ha usato il suo tempo affacciato alla finestra.
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